Sardegna Sud-Ovest
Una serie di luoghi (tra i molti e moltissimi!!), tutti suggestivi dal punto di vista naturalistico, nella costa più selvaggia della Sardegna. Il chiasso della città svanisce dopo pochi minuti, l’immersione della natura è iniziata. Una crociera lungo il sud ovest della Sardegna, anche in periodi diversi dall’estate, dona emozioni autentiche, di pienezza, la sensazione di sentirsi pionieri, nella scoperta di una zona ancora sconosciuta dove impera il maestrale. Ma che tanti ridossi, naturali e non, dona anche al velista più prudente la possibilità di godere di uno dei mari più belli del mondo.
Nora: l’ansa naturale della spiaggia di Pula, sormontata dall’insediamento prima fenicio, poi punico e romano raggiungibile con il tender (per una visita e saperne di più visita il sito SardegnaCultura) merita una sosta anche notturna,
Chia: le celebri dune di sabbia, deserte e abbaglianti, contrastano con il turchino del mare e le chiazze verdone del ginepro che vi si appiglia. Inizia il tratto più affascinante e puro della costa meridionale. Possibile dare fondo a Cala Morto e a ponente degli scogli di Su Giudeu.
Teulada: almeno uno sguardo a Cala Cipolla introduce all’imponente mole di Capo Spartivento che, come dice il nome stesso, assicura alla zona la pace dei venti, prima di sfociare nella splendida Tuerredda. Davanti alla spiaggia punteggiata di verde, si staglia l’omonimo isolotto separato dalla costa da un istmo appena sommerso, base ideale per un ancoraggio anche notturno. Pochi bordi di navigazione pulita e piena separano Tuerredda da Porto Malfatano (il cui passaggio richiede estrema prudenza per la presenza di zone di basso fondale) e dal porto di Teulada.
Porto Pino: doppiato Capo Malfatano e terzarolata la randa in caso di maestrale, si entra nell’area del poligono militare, che d’inverno è terra di esercitazioni (prima di partire, è opportune rivolgersi alla Capitaneria di Sant’Antioco) e dove è vietato l’accesso a terra. Limiti che, tuttavia, preservano la zona dalla balneazione, conservandola incontaminata e bellissima. La trasparenza e i toni acquamarina dello specchio d’acqua di Porto Zafferano è da cartolina. L’ultima della costa meridionale: affrontato Capo Teulada, si è già sulla Sardegna Orientale. Prima di affrontare le isole minori, Porto Pino vale una sosta anche notturna per le sue dune sormontate da boschi di pino d’Aleppo.
Sant’Antioco: le manca il blasone turistico di Carloforte, ma anche Sant’Antioco merita una visita. Affrontato il golfo di Palmas dopo Capo Sperone, estrema punta meridionale dell’isola di Sant’Antioco (in realtà collegata alla terraferma da un istmo tanto largo da essere percorribile anche in auto in entrambi i sensi di marcia) si risale lungo il versante orientale, alla volta del Porto Romano. A meno che le condizioni meteo non siano tanto favorevoli da solleticare una deviazione a sud verso gli isolotti della Vacca e del Toro per un rapido bagno. In direzione opposta, sulla punta settentrionale di Sant’Antioco è la cittadina di Calasetta. C
arloforte: Pochi bordi separano Sant’Antioco dall’isola di San Pietro e dal suo unico centro abitato Carloforte, punto di partenza per uno splendido itinerario giornaliero.
Buggerru: si parte verso la costa orientale, rocciosa, maestosa e carica di storia. Dopo la lunga spiaggia di Funtanamare, si approda alla ripida scogliera di Nebida in cui si incastona Porto Flavia, suggestivo accesso a picco alla vecchia zona mineraria che nei primi decenni del Novecento produceva carbone. La navigazione procede rapida verso il Pan di Zucchero, insieme di faraglioni forati da percorrere con il tender in ogni direzione, lasciando la barca alla fonda senza preoccupazioni (il fondale è alto e sabbioso). La notte si può trascorrere in rada, nello splendido fiordo di Cala Domestica, completamente ridossato dal maestrale. Ricchissima la scelta di escursioni a terra.